Anno 1969 - Il 17 gennaio 1969, alle Colvere in Frisanco decede Antonio Rovedo, il più vecchio Alpino della nostra zona: era nato il 19 maggio 1869. Aveva quindi 99 anni e 8 mesi. Era nato a Zusilan di Chievolis, in Val Silisia, nel Comune di Tramonti di Sotto ed era boscaiolo. Di leva nel VII° Alpini, battaglione Pieve di Cadore, 75a Compagnia, a Tai di Cadore, tornò una sola volta in licenza e per due giorni camminò per i sentieri di montagna che egli solo conosceva e trascorse qualche ora in casa. Come tutti egli era stato emigrante, come boscaiolo e segantino, in America. Era tornato a Frisanco giusto in tempo per farsi richiamare e fare 4 anni di naia in Vai d’Aosta. Le libere uscite le passava facendosi tutte le vette della valle. A settant’anni era ancora sulla breccia, primo boscaiolo della Ditta Bracchi di Udine, impegnata a Selis, una impervia località del Friuli. Conservava gelosamente il cappello alpino nuovo e il libro sull’8° Alpini che il Col. Scuor della Julia gli aveva mandato negli ultimi tempi.
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Anno 1972 - Il 4 novembre 1972, alla Crociera di Frisanco viene inaugurato il Monumento ai Caduti sul quale spicca una grande statua in bronzo rappresentante un Alpino. Viene pure ufficialmente fondato il nuovo gruppo «Val Colvera» il cui gagliardetto è intitolato ai fratelli Rosa Del Zotto, Antonio, Carlo e Giacomo, caduti nella guerra 1915-1918. Gli orfani di guerra Luisa Cont Emilietta e Ugo Marchi sono madrina e padrino del nuovo gagliardetto. Dopo la benedizione, data dal Parroco di Poffabro Don Ernesto Diana, parlano il sindaco Martinengo e il Presidente dell’Assemblea Regionale Prof. Ribezzi.
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Anno 1973 - Il 24 giugno 1973, a Pala Barzana, si ritrovano i Gruppi Val Colvera e Valcellina. La Messa al campo è officiata da Don Ernesto Diana, Parroco di Poffabro, assistito da Don Comici e da Don Florean, parroci di Androis e Frisanco. Viene scoperto un cippo commemorativo, dono della famiglia del defunto Alpino Angelo, Felice Danelin, medaglia d’argento. Ai piedi della superba aquila viene deposta una corona d’alloro per i Caduti. Rende gli onori militari un plotone dell’11° Raggr.to da Posizione. Parlano Vittorio Ugo Piazza, componente il Comitato organizzatore e il presidente della Sezione locale prof. Candotti. Segue quindi il rancio al campo.
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Michele Bernardon, che abita a Val di Stali di Frisanco, classe 1917, era il capopezzo della 15a che, agli ordini del tenente D’Amico (Reitani in «Centomila gavette di ghiaccio») e assieme a D’Andrea di Rauscedo e Riccardo De Marco di Fanna, mise in azione, sul Golico, il pezzo ardito. Questo, prima coi muli e poi a spalle fu portato a quota 1143, contro tre tipi di mitragliatrici ed osservatori greci ad appena 150 metri e sparò, con alzo zero, un centinaio di colpi. Tale cimelio, veramente storico, è stato portato al museo di guerra di Gorizia. In Grecia, il sergente Bernardon, si meritò la Croce al V.M. Alla fine del conflitto, per oltre un mese, Bernardon rifece a ritroso tutto il vasto campo di battaglia alla ricerca dei nostri caduti rimasti insepolti (Estate 1941). Il suo coraggio guidato dall’intelligenza e dalla consapevolezza lo fece combattente eroico anche in Russia dove, come sergente maggiore, si guadagnò la Medaglia d’Argento al V.M.
« ... Capo-pezzo di artiglieria alpina di provato valore, immobilizzava col tiro, a pochi metri di distanza, un carro armato e contrassaltava poi, coi propri serventi, i nuclei di fanteria avversaria appoggiato allo stesso, annientandoli».
- Ssolowiew, Russia, 20 gennaio 1943.
Dopo la Russia è partigiano e, alla fine delle ostilità è richiamato e promosso maresciallo per merito di guerra e in servizio di carriera. Sempre in linea per anni e mai ferito, nel 1956 ebbe un incidente con fratture costali e conseguenze pleuro-polmonari notevoli, per cui è ora in pensione come super invalido della prima categoria.
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